PANEM ET CIRCENSES. FOOD ART – Alias

5 gennaio 2013 Press

di Natasha Ceci

Ludovico Pensato e Alessandra Ivul, a cavallo tra l’Italia e Berlino, ribaltano ludicamente e positivamente la definizione al vetriolo di Giovenale da cui il loro progetto prende il nome. Un gioco e una sfida alla base della loro proposta: cibo e cultura del cibo attraverso l’esperienza artistica. Il cibo come vissuto profondo e serio, strumento di comunicazione e universo altamente simbolico. Ludovico dopo una laurea in scienze della comunicazione a Bologna e un master in storia e cultura dell’alimentazione incappa nell’associazione culturale La pillola 400 di via Algardi, di cui è uno dei soci fondatori, occupandosi di promozione artistica e sostenibilità oltre alla gestione dello spazio per coworker, realtà innovativa ma ancora acerba in Italia. Nella stessa associazione culturale entra Alessandra, laureata in filosofia, come fundraiser. Dopo l’esperienza della pillola 400 arriva la fuga in un agriturismo toscano, come atto istintivo di ribellione: «Eravamo stanchi di tutte quelle regole e meccanismi che regolano il fare cultura in Italia. Per cui siamo andati a lavorare per una stagione in un agriturismo facendo tutto: dall’ospitalità alla cura degli animali. Qui comincia a nascere in nuce l’idea di Panemet Circenses, come idea, ancora vaga, di legare cibo e cultura».

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Pubblicato il 05/01/2013 su Alias – Il Manfesto