CACCA e quei poveri link – TECH Economy

26 settembre 2015 CACCA Press

C.A.C.C.A., il Comune di Bologna e quei poveri link su cui non clicca mai nessuno

di Valentina Spotti

 

Immaginate un mercoledì come tutti gli altri. E poi compare questo tweet.

Il nuovo Centro di Arte Contemporanea sulla Cultura Alimentare inaugura oggi alle 19

Il primo istinto è quello di verificare che non sia un account fake, che qualcuno non stia giocando un brutto scherzo al . Si dà una controllata alla timeline, si leggono i tweet precedenti magari cercando segni “dell’hacker” che potrebbe essersi impossessato della password, ma sembra tutto ok. L’account è quello ufficiale, i tweet  – tutti “normali” – continuano a essere pubblicati a cadenza regolare. È tutto vero.

Ma bisogna dare una spiegazione a quel C.A.C.C.A., un acronimo che già di per sé è da pelle d’oca, ancora di più se associato all’idea di qualcosa da mangiare. E la spiegazione è una sola: a Bologna sono tutti impazziti. Un’overdose di ragù che ha fatto sì non solo che qualcuno potesse immaginarsi un simile acronimo per ente, ma anche che un’istituzione pubblica lo avallasse e presentasse sui suoi profili social.

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Ora. Se nella lista delle cose da pensare al primo posto c’è sono stati hackerati e al secondo sono diventati matti, è evidente che leggere tutto il tweet sia alla posizione numero cento di questa lista. Perché, oltre a quel C.A.C.C.A c’era anche un’altra cosa. Un link. Un link che portava a una pagina web che svelava l’arcano: dietro al C.A.C.C.A – Centro di Arte Contemporanea sulla Cultura Alimentare, c’è infatti Panem et Circenses, collettivo artistico bolognese che con il progetto del C.A.C.C.A. è risultato vincitore di un bando sull’Innovazione Creativa del Comune di Bologna, quell’@incredi_bol, di cui si fa menzione nel tweet.

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Pubblicato il 26/09/2015 su TECH Economy