Intervista – Un progetto tra design e gusto siglato Panem et Circenses – Tempi

22 dicembre 2013 Press

di Mariapia Bruno

In occasione del primo progetto dedicato all’eating design, trEATticon, che prenderà il via, dal prossimo 23 novembre fino al 22 febbraio 2014, nel nuovo spazio della Manifattura delle Arti della (galleria +) oltredimore di Bologna, abbiamo intervistato il duo che ha dato vita all’iniziativa, Panem et Circenses (che letteralmente significa “pane e giochi da circo”, che ci racconta la nascita e i possibili sviluppi di questo excursus  evolutivo basato sul rapporto uomo-cibo.

Come nasce il progetto trEATticon? 

trEATticon è un food project nato appositamente per la (galleria +) oltredimore di Bologna. Era estate quando Veronica (Veronesi, la direttrice della galleria, ndr) ci ha contattati per la prima volta descrivendoci la sua idea, il suo progetto per uno spazio artistico polifunzionale all’interno del quale dedicare una costante attenzione al cibo, inteso come cibo ragionato (per quanto sia più comunemente diffusa  l’espressione di food-design, non ci piace utilizzarla per parlare del nostro lavoro, che ben si discosta da quella definizione sia nelle premesse che negli obiettivi). Il suo entusiasmo ci ha coinvolto fin da subito, ed è stato sotto suo suggerimento che abbiamo per la prima volta, come Panem Et Circenses, elaborato in totale autonomia un progetto indipendente. Da quando ci siamo costituiti, nel 2012 a Berlino, abbiamo sempre avuto un forte desiderio di aggregazione e sentito la necessità di legarci, di ispirarci al lavoro di artisti, musicisti e creativi per trarre, dalla forza del dialogo e della condivisione, gli stimoli necessari alla creazione di opere e momenti artistici legati al cibo e all’atto del mangiare. In Food Translation e Food Specific, le due forme di happening usate fino a questo momento, gli eventi non potevano mai, per definizione, autogenerarsi. Con trEATticon, invece, abbiamo affrontato per la prima volta la sfida di creare un progetto che nascesse esclusivamente dalla nostra ricerca, ossia l’esplorazione del vastissimo spazio di intersezione fra arte e cibo inteso come azione, atto del mangiare, piuttosto che come materia o nutrizione.

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Articolo pubblicato il 22/12/2013 su Tempi