Ca’ Inua

Ca’ Inua è il nostro piccolo podere a conduzione familiare sull’Appennino bolognese, dove lavoriamo secondo il modello dell’agricoltura organica e rigenerativa, concepito come un’opera d’arte che si sviluppa attraverso le pratiche di partecipazione applicate all’ambito agricolo per il recupero delle attività comunitarie come strumento per ristabilire una connessione armonica con la Natura di cui siamo, e dobbiamo, sentirci parte.


Ca’ Inua è il podere sull’Appennino bolognese dove Panem Et Circenses lavora alla riconnessione con la Natura grazie a pratiche artistiche di partecipazione.

È un’opera d’arte perché la nostra ricerca ha allargato lo zoom e fatto un passo indietro per inquadrare l’oggetto da una prospettiva più ampia ritornando quindi all’origine del cibo, alla sua produzione (che noi vediamo indissolubilmente legata alla Terra se vogliamo garantirle un futuro piuttosto che immaginare di colonizzare altri ambienti o addirittura pianeti) e soprattutto alle possibili modalità di questa produzione.

In questo senso le pratiche di partecipazione a Ca’ Inua diventano le pratiche agricole condivise nell’ottica di creare attorno a questo luogo una comunità che condivida la necessità di riconnnettersi alla Natura e che decida di farlo attraverso la produzione di cibo che di nuovo diventa dispositivo relazionale prima ancora di essere alimento.

Una riflessione etimologica può spiegare bene l’obiettivo e le modalità con cui Ca’ Inua si esprime come opera d’arte.

E’ una riflessione – mutuata dal libro di Silvia Petronici “A piedi nudi ballano i santi”, testo sul rapporto artista-curatore nelle pratiche artistiche site specific – sulla parola cultura.

[Cultura] dal latino colere, un verbo polisemico ed estremamente esplicito di tutti i significati attribuiti al termine cultura e con esso al nostro rapporto con il territorio e gli spazi che diventano i luoghi del nostro vissuto. Colere significa: coltivare (come lavorare e prendersi cura); abitare (nel senso di vivere in un luogo, trattenervisi); ornare (abbellire con l’aggiunta di ornamenti); onorare (venerare, trattare con riguardo e devozione); celebrare e infine praticare (esercitare l’azione).

Ca’ Inua è anche un atto sociale e culturale per diffondere e realizzare pratiche di vita sostenibili sia da un punto di vista umano che in relazione all’ambiente nel quale viviamo. L’arte e le persone, artisti e fruitori dell’arte, sono la forza del cambiamento.

“Inua” non è una combinazione di lettere senza senso, o meglio, lo è nella nostra lingua ma non lo è in assoluto. Nella mitologia Inuit “inua” è uno spirito che si ritrova in tutti gli esseri, è lo spirito di tutte le cose, per la capacità delle parole di essere ponte tra i popoli e di rivelare l’unità dell’essere Ca’ Inua è, allora, la casa dello spirito di tutte le cose.

Nella nostra ricerca di un luogo dove mettere radici per riconneterci alla Madre Terra, per ristabilire un’alleanza dimenticata, Ca’ Inua è sempre stata lì in quel luogo che è dentro di noi.


Noi non siamo contadini, veniamo dal mondo dell’arte contemporanea, Ca’ Inua è anche un atto sociale e culturale per diffondere e realizzare pratiche di vita sostenibili sia da un punto di vista umano che in relazione all’ambiente nel quale viviamo. L’arte e le persone, artisti e fruitori dell’arte, sono la forza del cambiamento.

 

Permacultura, ovvero la progettazione che salva il mondo e le relazioni (e l’economia)

Una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile e un’ etica dell’uso della terra”.

Sono le parole di Bill Mollison, padre della permacultura, approccio progettuale che nasce alla fine degli anni settanta del secolo scorso in Australia come sistema di progettazione il cui scopo è la creazione di sistemi ecologicamente ben strutturati ed economicamente produttivi.

Siamo convinti che la direzione da prendere adesso per il futuro sia quella di fare scelte etiche al contempo per le persone e l’ambiente, progettare sistemi dove il rapporto tra natura e cultura sia armonico, ricordare che siamo ospiti e non padroni di questo Pianeta, fare con e non contro la Natura, essere consapevoli che maltrattare l’ambiente significa maltrattare noi stessi.

La Permacultura é un sistema di progettazione del territorio che integra armoniosamente l’uomo con l’ambiente e i suoi elementi (abitazione, alimentazione, risorse naturali, relazioni umane, sociali, economiche): nelle parole del suo fondatore, Bill Mollison, la permacultura è un sistema organico umano.

L’obiettivo è progettare insediamenti duraturi, il più possibile simili ad ecosistemi naturali, tramite l’osservazione, il riconoscimento, l’utilizzo e l’armonizzazione delle componenti del luogo e del paesaggio (morfologia, clima, terreno, acqua, vegetazione, animali) sviluppando rapporti di sostegno reciproco tra gli elementi dell’ambiente e i bisogni delle persone, basandosi su uno stile di vita “non predatore” e “non parassitario”.

Il risultato é un sistema di grande valore estetico, produttivo, e sostenibile nel tempo, con bassi costi di gestione, grazie al lavoro congiunto di uomo e natura.

La permacultura è anche un modello filosofico da applicare nella nostra vita quotidiana, che pragmaticamente ci invita al cambiamento iniziando dal qui e ora.

Alla base si trovano principi etici e progettuali conseguenti. L’etica è stata compresa in tre ampie massime:

  • Cura della terra
  • Cura delle persone
  • Limitare il nostro consumo alle nostre necessità per condividere in maniera equa e solidale le risorse della terra.

I principi progettuali principali sono:

  1. ubicazione relativa, ossia ciascun elemento del sistema è collocato in relazione con gli altri, in modo che ognuno sia di supporto agli altri
  2. ciascun elemento svolge molteplici funzioni
  3. ogni funzione importante è supportata da più elementi
  4. pianificazione energetica efficiente per la casa e le altre strutture a essa connesse
  5. preminenza dell’uso di risorse biologiche
  6. riciclo in loco dell’energia
  7. utilizzare e accelerare avvicendamenti naturali di piante per realizzare ambienti e terreni favorevoli
  8. ricorso alla policoltura e impiego di una grande diversità di specie utili per sviluppare un sistema produttivo interattivo
  9. uso di modelli (pattern) naturali e valorizzazione dell’effetto margine per ottenere il miglio risultato possibile

Creazione di Comunità

La raccolta delle patate è, fino ad oggi, il momento informale di condivisione e creazione di comunità più importante.

La prima si è svolta verso le metà di settembre del 2017. Senza l’aiuto delle persone non saremmo mai riusciti a tirare fuori dalla terra le patate in tempo prima dell’inizio delle piogge.

 

Nel 2018 questo momento è durato più giorni e ha coinvolto più persone. L’emozione è stata grande e la forza della comunità si è manifestata con potenza. La mattina del giorno prefissato per la raccolta pioveva. Le persone sono venute ugualmente e ci hanno portato il sole e il coraggio di continuare.

 

A ottobre è partito un nuovo lavoro di Panem Et Circenses La Coltivazione Familiare del Grano, opera partecipativa che coinvolge tre famiglie in tutto il processo di semina e raccolta di 3 qualità di grani antichi.

Sabato 10 novembre 2018, durante l’estate di San Martino, abbiamo seminato il grano per la prima volta a Ca’ Inua.

Lo abbiamo fatto con un atto artistico.

“La coltivazione familiare del grano” è un piccolo libro di Pierre Sauvageot che descrive un metodo di semina del grano, antico ed efficiente per l’indipendenza alimentare, utilizzando poco suolo e poco seme.
E’ un manifesto politico.

Siamo partiti da qui e abbiamo iniziato a scrivere la nostra storia, la storia del nostro grano.

Attraverso un processo libero e partecipato abbiamo coinvolto una piccola comunità di amici per condividere quest’esperienza agricola e relazionale. Tutte le decisioni, in merito al tipo di semina, tipo di grani, costi e tempistiche, sono state prese assieme, ognuno a messo sul piatto le proprie competenze e la propria sensibilità per contribuire al processo.

Sabato 10 novembre abbiamo seminato a mano, a spaglio, circa 40 chili di 3 qualità di grani non industriali, che ci sono state donate. Gentil rosso, verna e bolero.
Sopra ai chicchi di grano abbiamo distribuito con cariole e braccia forti circa 5 quintali di compost organico.

Una potente giornata di sole ha accompagnato i nostri gesti, inizialmente goffi e insicuri, che passo dopo passo, guardando fisso l’orizzonte, hanno trovato la strada per raggiungere in noi il luogo dove gli avevamo sepolti.

Riappropriamoci del sapere antico che è racchiuso nel cibo buono che ci nutre.

Grazie a Elisabetta Scigliano, Massimo Don, Nicoletta Valdisteno, Marco Lotito, Silvia Petronici, Sam Manawa per aver accolto con entusiasmo questa chiamata di Panem Et Circenses.

Speriamo di poter accogliere il prossimo anno ancora più persone in questo processo di riscoperta e consapevolezza legato al coltivare insieme cibo.

SUOLO, che significa coltivarlo come un organismo vivente complesso e non come un supporto inerme

A Ca’ Inua facciamo “agricoltura naturale”, ciò significa che facciamo agricoltura senza utilizzare alcun prodotto chimico di sintesi ma salvaguardando e incrementando la fertilità del suolo utilizzando compost organico e piante azoto fissatrici, in particolar modo ci rifaremo al metodo messo a punto dall’Agricoltura Organica e Rigenerativa (AOR). Puntiamo su un’agricoltura fatta con piante perenni e con sistemi misti e il più possibile indipendenti (così come avviene in natura), limitando l’uso di macchinari a combustibile fossile. L’Agricoltura Organica e Rigenerativa (AOR) è un approccio di origine sudamericana che va oltre l’agricoltura biologica poiché cura e rigenera il suolo lavorandolo per ristabilirne la fertilità. Richiede tempo per osservare il comportamento della Natura e per progettare sistemicamente il lavoro nei campi in modo da utilizzare l’energia e i comportamenti favorevoli della Natura stessa, assecondandone le dinamiche e le spontanee sinergie.

 

ACQUA

I primi di settembre del 2017 abbiamo avuto la fortuna e l’onore di iniziare questo lungo viaggio con l’aiuto di donne potenti e dal cuore vivo, ospitando il seminario ACQUA CHE NUTRE con Erena Rangimarie Rere Omaki, Donna di Medicina Tradizionale Maori della Nuova Zelanda, e Sammanawa.

Questo il messaggio di Madre Terra per te

Almeno una volta nella tua vita avrai sentito il bacio della mia sacra acqua, la pioggia. Il bacio della vita che ti unisce a tutta la creazione e allo spirito sacro della Madre e del Padre, grandi Dei creatori.
Nel momento in cui vieni baciato dal tocco della pioggia sei connesso con la forza vitale di ogni forma di vita sul mio corpo, questa è la condizione dello spirito per stare con me. Sei in relazione con tutto ciò che è nell’acqua, sulla terra, nell’aria e tutto ciò che splende sotto il sole, questo è il tuo DNA.
Da quando l’essere umano ha camminato sulla mia terra morbida, ha potuto sentire i diversi modi della pioggia. Certa pioggia è la ragione per cui puoi avere del cibo da mangiare, diverse forme di cibo. La creazione ha diverse ragioni e modi per farti avere cibo. Con il cibo tu sei immediatamente responsabile nei confronti della vita e della morte, è una scelta mangiare e vivere o non mangiare e morire. Quando viene la pioggia cade su ogni cosa. Tutto il cibo che abbiamo imparato a mangiare come esseri umani è sacro e sempre benedetto dalla sacralità della pioggia, impara a trovare la tua personale sacralità al cibo che mangi, ed estendi il tuo cuore a benedirlo tutto.

Questa potente esperienza ha trasformato il nostro modo di vivere e di percepire, soprattutto nei confronti degli elementi naturali e dell’acqua, nello specifico. A Ca’ Inua il lavoro e la progettazione dell’acqua sono uno degli aspetti fondamentali, perché l’acqua è la vita.

A Ca’ Inua recupereremo l’acqua piovana dalle fronde del tetto e depureremo le acque nere e grigie provenienti da casa e fienile con un sistema di fitodepurazione realizzato in autocostruzione.

In una casa senza sistema fognario, dove si intende praticare agricoltura naturale un progetto del genere è importantissimo, oltre che virtuoso; poiché la dispersione non permette il riutilizzo, sprecando, di fatto, una risorsa preziosa in una zona dove, soprattutto nei mesi estivi, l’acqua è scarsa.

LOTTA AL DEGRADAMENTO CLIMATICO

Chiamiamolo come ci pare ma il clima è la prioprità assoluta. E’ il nostro stare su questo pianeta, sono le condizioni di benessere necessarie a noi e a tutti gli esseri. Non considerare questo equivale a non considerarci parte dell’esperienza vivente.

Il nostro contributo con Ca’ Inua in questo senso è molteplice, da un lato c’è l’arte contemporanea e il nostro impegno come artisti con l’opera LET’S RAIN a cura di Silvia Petronici, dove creando una comunità lavoriamo con il nostro sentire e la nostra connessione con la Natura; dall’altra parte c’è l’agricoltura. L’agricoltura organica e rigenerativa (in generale il biologico) contribuisce a contenere l’emissione di CO2 nell’atmosfera trattenendola nel suolo piuttosto che liberarla. Suoli sani e fertili sono in grado di immagazzinare carbonio e acqua, se poi non li si arano tutti gli anni e si mantiene viva la struttura del suolo e magari si prediligono colture perenni piuttosto che annuali, il risultate è davvero potenzialmente rivoluzionario su larga scala.

Residenze artistiche

Sono presenti nel podere due fabbricati, uno ad uso agricolo e un’abitazione. Tutto il complesso, un corpo unico di fine ottocento, è stato ristrutturato.

Il progetto di recupero è stato complesso ed ha coinvolto profondamente tutta la nostra famiglia. Con il termine famiglia intendiamo certamente i nostri genitori, attivi sostenitori e parte fondamentale del lavoro ma anche gli amici che hanno ruoli fondamentali in questo percorso.

Lo studio di architettura che ci ha seguito nell’impresa è Ciclostile Architettura con Alessandro, nostro amico di lunghissima data, con cui condividiamo tanto.

Abbiamo cercato il più possibile in questo progetto di mettere assieme i principi della permacultura e della bioedilizia ad altre esigenze di tipo estetico, relazionale e economico.

I lavori dell’abitazione si sono conclusi nel giugno del 2019. Nel corso del 2020 speriamo di realizzare le 3 camere in autocostruzione e attivare  l’agriturismo e quindi l’ospitalità.

L’agriturismo (così come già l’azienda agricola) funzionerà per l’opera come dispositivo relazionale che ci permetterà di ospitare persone e artisti, iniziando così il progetto delle residenze.

Abbiamo già accolto nel 2018 nei campi dell’azienda un importante lavoro artistico. Abbiamo partecipato in qualità di custodi del seme della patata antica Turschesca all’opera dell’artista toscano Andrea D’Amore, Dieci Passi dall’Erosione Genetica, piantando e raccogliendo le sue patate nel nostro campo.

Nel 2019 abbiamo ospitato la 16° edizione di senseOFcommunity, progetto del curatore indipendente Silvia Petronici, in versione masterclass per curatori. Ospiti della prima edizione a Ca’ Inua l’artista spagnola Virginia Lopez con il suo progetto PACA (Proyectos Artisticos Casa Antonino) e l’artista sarda Valeria Muledda e il suo progetto Studiovuoto.

 

 

Parco di Arte Contemporanea

Ultimo passo del progetto è la realizzazione di un parco “permanente” di opere site specific sul tema della natura e della nostra relazione con essa. Grazie alla possibilità di avere artisti ospitati (residenze, summer school, festival) di diverse nazionalità, che vivano per qualche periodo il podere e il suo territorio, ci si propone l’occasione di veder realizzate opere ambientali di piccole e grandi dimensioni che si relazionino a senso con lo spazio naturale circostante.