Siamo già al quarto giorno di residenza a Lunetta e la formalizzazione del lavoro si sta chiudendo. Non è stato facile. Non è mai facile lavorare site specific coinvolgendo le persone.
I primi giorni sono stati certamente i più tosti, in giro senza sosta per le vie, il parco, le piazze e i bar del quartiere. Abbiamo parlato con le persone, gli abbiamo raccontato chi eravamo e cosa stavamo facendo e poi gli abbiamo ascoltati mentre ci raccontavano delle loro vite e dei loro problemi.
Queste immagini descrivono la fatica.
“Eh ma dai, una galleria d’arte a Lunetta, ah uno spazio per stare assieme, per mangiare assieme, ah sì ce n’è proprio bisogno … ma cosa posso fare io?”
“Ci puoi donare una seggiola, una vecchia sedia che non usi più. Farà parte dello spazio.”
Non è immediato spiegare alle persone cosa facciamo (in generale ed anche in questo caso specifico) ma se poi riesci a tradurre il tuo lavoro in una domanda, che corrisponda ad un gesto semplice, allora funziona.
Abbiamo raccolto otto sedie. Una per ogni giorno che staremo a Lunetta. La galleria avrà otto posti a sedere intorno al suo tavolo rotondo.
Sì perché c’è anche un tavolo rotondo.
C’è una galleria d’arte, con delle scale, un ingresso dipinto di bianco, un lungo corridoio e una project room, con un tavolo rotondo e otto sedie.
La galleria ha un’insegna che è una BOMBA al neon rosso fuoco lunga sei metri. Sì perché ad un festival di Urban Art non puoi che essere enorme e luminoso!
Domani la montiamo.