Tagliatelle al ragù, hand-made fresh pasta with bolognese sauce, tortellini, typical hand-made fresh filled pasta, taglieri di prodotti tipici, typical cured meat and cheese, lievitati, hamburger gourmet, gluten-free, lievito madre, birra artigianale, bollicine…”tipico”, “autentico”…troppo cibo, ovunque cibo, autentico?Bologna City of Food recita un brand turistico, Bologna la grassa è diventata prima obesa e poi bulimica a forza di Food, una mangiatoia spettacolare, una CITY OF FOOD PORN.
L’Opera
Una grande scritta al neon accoglie i visitatori, il brand “Bologna city of food porn” oscura entità di un’identità attuale della città posticcia e che poco o nulla ha a che fare con la storia e la tradizione della città.
Riprendiamo il linguaggio di uno dei brand del marketing territoriale della città per puntare i riflettori su un degradante risvolto dell’operazione, ossia la speculazione e spettacolarizzazione del cibo, fenomeno espresso perfettamente nella locuzione inglese “food porn”.
Bologna è sempre di più la città del food porn, la città della disneyland del cibo, un misto tra Disneyworld e Sin City, un’aberrazione di marketing.
Bologna City of Food Porn
L’equilibrio non esiste e se c’è, è fulmineo: il tempo di accorgersi di averlo trovato e si cade. L’unica cosa possibile è osare. Non perdere momentaneamente l’equilibrio ma scardinarne il concetto e capire davvero cosa è importante. Si può stare fermi, mantenendo l’equilibrio presunto ma dobbiamo ricordare il risultato che vogliamo ottenere: questo farà la differenza. Tentare, azzardandosi, significherà uscire dalla posizione orizzontale per sbilanciare il tutto. Di questo parla l’opera “BOLOGNA CITY OF FOOD PORN“ del collettivo Panem Et Circenses che utilizza le pratiche di partecipazione per indagare le relazioni che si attivano attraverso il cibo, strumento simbolico e significativo che viene inserito nel site specific bolognese. Guardare ad un equilibrio dell’osare, quello che secondo il loro pensiero ha perso Bologna. Una grande scritta rosa al neon come presa di posizione e denuncia pubblica del fenomeno e del tentativo in atto di trasformare un’ intera città in una grande mangiatoia per turisti, dove l’ “autenticità” è costruita a tavolino. Alle persone è chiesto di prendere un adesivo e, una volta usciti, posizionarlo in un luogo reale di Bologna etichettando una situazione della “Bologna City of Food Porn”. Fotografarla e condividerla, poi, con l’hashtag #bolognacityoffoodporn contribuirà a concepire automaticamente un nuovo cloud semantico. È più immorale ed illegale questo gesto o ciò che di “FICO” sta accadendo alla nostra città? Una città che ha perso la propria identità e per sciocco ardire va incontro ad un travestimento che ne farà la Disneyland del food.
Elisabetta Scigliano
Studio
Analisi del contesto
dal sito di Setup Contemporary Art Fair 2017:
L’equilibrio è il tema guida della 5a edizione di SetUp Contemporary Art Fair.
Il tema equilibrio, così come nell’interpretazione di Kierkegaard, è giocato su un sottile paradosso che valorizza la mancanza di quiete come motore esistenziale.
Coerente con i tempi contemporanei decisamente contrassegnati da instabilità, agli espositori di SetUp 2017 si chiede di indagare la condizione economica, sociale, politica, delle relazioni, geografica ma anche fisica, tecnologia, formale e di identità attraverso un progetto curatoriale centrato sul tema dell’equilibrio in cui proporzione, armonia, simmetria, statica così come eccesso, dinamica, sbilanciamento e azione delle forze siano i punti in cui si aprono gli scenari di lettura del presente attraverso l’arte.Chiediamo agli espositori di SetUp Contemporary Art Fair 2017 di osare, per non perdere se stessi.
La Va Edizione di SetUp Contemporary Art Fair apre le porte a 4 progetti sperimentali con la nuova sezione S.O.S SetUp Open Space.
Cosa è S.O.S?
La sezione S.O.S SetUp Open Space è uno spazio per progetti sperimentali che recepisce, nell’acronimo di Spazio Aperto, la richiesta di soccorso lanciata ai visionari del mondo dell’arte che vogliono mettersi alla prova attraverso espressioni e linguaggi rivoluzionari.
Perché S.O.S?
Perché SetUp dopo 5 anni di attività vuole continuare a dare a spazio a chi osa, a chi ha il coraggio di essere irriverente , a chi non asseconda il gusto e non ha paura di proporlo, a chi non obbedisce, in poche parole a chi non teme di mostrarsi per quello che è.
La dotta, rossa e grassa ha perso l’equilibrio; ha osato e osato troppo.
Se “osare è perdere momentaneamente l’equilibrio” e “non osare è perdere se stessi” Bologna sta andando troppo oltre, perderà se stessa, ammesso che non l’abbia già fatto.
L’osare del progetto “Bologna city of food porn” si declina nella presa di posizione e denuncia pubblica del fenomeno e del tentativo in atto di trasformare un’intera città in una grande mangiatoia per turisti dove l’ “autenticità” è costruita a tavolino come obiettivo di una strategia di marketing territoriale.
Si sperimenta con la proposta di un Centro d’Arte autodichiarato che lavora a cavallo tra arte contemporanea, critical design e food studies. Si incita alla rivoluzione con un pensiero utopico di immaginario attivo e si cade, perdendo l’equilibrio, ma solo per un attimo, perché poi ti strappiamo un sorriso.